la CROCE del CAMPO
La Croce detta del Campo, alta sull’antenna del Carroccio il 29 maggio 1176 a Legnano, quasi certamente vide la vittoriosa lotta dei Lombardi contro i Tedeschi del Barbarossa e la loro sconfitta.
Questa è, se non proprio l’unica Croce di Carroccio - non è facile accertarlo - certo almeno una delle pochissime che si siano salvate. Stava sull’antenna del Carroccio comunale tra i gonfaloni con i colori della città. Accanto ad essa era appesa la campanella detta martinella. Sul Carroccio i sacerdoti officiavano e assistevano i combattenti feriti e moribondi, e vi stavano pure i trombettieri che davano i vari segnali: tutt’intorno soldati con corazze ed elmi formavano come una guardia scelta a difesa di quello che, in mezzo alle schiere combattenti, era considerato come una fortezza intorno alla città. Vi venivano pure raccolti i feriti. Era di gravissimo danno e vergogna che il Carroccio cadesse in mano nemica.
Con la Lega Lombarda, la Croce del Campo sul Carroccio partecipò alle azioni di Asti e di Alessandria, che avevano preceduto la battaglia di Legnano. Sicché la Croce del Campo presenta grande interesse tanto sotto l'aspetto storico-civico come sotto l’aspetto religioso.
La Croce del Campo ha la forma di una croce greca, con tre bracci uguali, leggermente più larghi alle estremità. Il quarto braccio, quello inferiore verticale, è un poco più largo degli altri tre, anche perché allungato con una lamina d’argento fissata al piede della Croce stessa, allo scopo di farvi passare l’asta sulla quale era infilata la Croce, quando veniva alzata sul Carroccio. Forse questa aggiunta potrebbe indicare che la Croce aveva anche altro uso, ad esempio d’esser collocata su un altare. Infatti la Croce cominciò ad essere collocata sugli altari nei secoli XI-XII.
Su un supporto di legno di noce si stende una lamina d’argento, con orlo pure di lamina d’argento dorata, fissata con chiodi d’argento messi a distanza regolare. Nel recto i quattro bracci si uniscono con angoli smussati in diagonale. Alle estremità dei bracci, su lamine lavorate a sbalzo e congiunte al resto della Croce con strette lamine d’argento chiodate, stanno: in alto l’immagine del sole, contornato da un’aureola dorata e raggiata, col volto pure d’oro, e l’immagine della luna con aureola raggiata, tutta d’argento, che prova si tratti della luna, non bastassero a provarlo i tratti femminili del volto.
A destra del Salvatore, all’estremità del braccio, sta la Vergine, a sinistra san Giovanni, l’Evangelista, e, sotto, avvolto in bende dorate, incrociate in diagonale su fondo d’argento, sta la figura d’Adamo, che già la tradizione voleva sepolto sul Golgota, cioè “sul Monte del Teschio”, come s’è detto a proposito della Stauroteca. Nella parte centrale dei bracci vi è una Croce minore, dorata, ricavata a sbalzo sulla lamina d’argento, con le estremità falcate; con superficie appena convessa, quasi un cuscino, nel quale affonda il crocefisso, distinta dal resto da un orlo perlinato.